martedì 31 maggio 2011
Fiat Turbina 1954
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There was once the Tractor...
Alfa Romeo BAT
Alfa Romeo BAT (Berlinetta Aerodinamica Tecnica) sono una famiglia di automobili sviluppate dalla Alfa Romeo in collaborazione con la carrozzeria Bertone a partire dal 1953. La famiglia era comporta da tre vetture: la BAT 5 (1953), BAT 7 (1954) e BAT 9 (1955).
Contattato da Alfa Romeo, Giuseppe "Nuccio" Bertone ricevette l'ordine di realizzare tre vetture, frutto di una laboriosa ricerca aerodinamica. L'idea era quella di realizzare auto con il minor coefficiente aerodinamico. Le tre auto furono caratterizzate da paraurti posteriori grandi dimensioni, sormontati da pinne ricurve, in special modo sulla BAT 7, ed infine da una ricerca stilistica molto particolare, le vetture furono disegnate da Franco Scaglione e sviluppate da Nuccio Bertone. Esposte fra il 1953 ed il 1955 al Salone dell'automobile di Torino, furono realizzate sul telaio dell'Alfa Romeo 1900.
Le auto raggiunsero l'obbiettivo preposto, raggiungendo un valore di coefficiente aerodinamico pari a 0.19. Per ognuna delle tre concept, Alfa Romeo provvide a fornire un cambio manuale a 5 rapporti ed un propulsore a quattro cilindri, in grado di erogare più di 90 CV, sufficienti per spingere le tre vetture ad una velocità di punta di 201 Km/h. Le tre concept sono ora esposte al Blackhawk Museum in Danville, CA
La prima auto, frutto della joint-venture tra le due industrie Italiane, fu la BAT 5. Fu la prima a comparire, nel 1953 al Salone dell'Auto di Torino. Il design del modello era il risultato di molti studi aerodinamici. La forma del frontale, infatti, mira ad annullare le turbolenze aerodinamiche alle alle velocità.
Il design si prefigge inoltre di eliminare qualsiasi resistenza supplementare generata dal girare delle ruote, così come la realizzazione di una struttura che possa creare il minor numero possibile di turbolenze d'aria. In pratica questi criteri rigorosi consentirebbero all'auto di raggiungere i 200 km/h con il motore montato di serie. Il risultato che Bertone ha raggiunto è stato un'auto estremamente leggera (soli 1100 kg), con finestrini laterali in un angolo di 45 gradi rispetto al corpo-vettura e un grande parabrezza che si integra perfettamente con un tetto quasi piatto.
La parte più appariscente è certamente la coda: sfoggia infatti un enorme lunotto diviso da una sottile striscia di lamiera, in stile Chevrolet Corvette Stingray, e due "pinne" lievemente affusolate verso l'interno, per un risultato estetico molto personale. Non vi fu certo mancanza di riscontri positivi: la vettura è stata un successo immediato, che colpì il pubblico con la sua notevole aerodinamica e la stabilità ad alta velocità. La BAT 5 poteva vantare un Cx di 0.23.
Fu la seconda BAT esposta al Salone dell'Auto di Torino, siamo nel 1954: un anno dopo la BAT 5. Il design della BAT 7 è un chiaro richiamo agli stilemi del precedente modello, la BAT 5, portati al limite. Per il progetto del 1954, e le successive BAT, Bertone introdusse alcuni risultati di proprie ricerche sugli studi aerodinamici: ne risultarono due pinne estremamente vistose, molto ricurve ed altrettanto sottili.
Il frontale è un'evoluzione di quello presentato sulla BAT 5, con forme più "civili", ma gli alloggi dei gruppi ottici sono qui scomparsi. Infatti, i fari sono ora situati vicino alla protuberanza centrale che, quando serve, punta verso il basso per illuminare la strada. Anche Fiat sperimentò una soluzione simile, sulla concept car Fiat Turbina, che debuttò in contemporanea, proprio nello stesso salone.
Qui il Cx raggiunse il valore di 0.1.
Terza e ultima vettura frutto del progetto BAT, la BAT 9, fu presentata, sempre al Salone dell'Auto di Torino, nel 1955. Il suo design è una chiara intenzione di mostrare che gli sviluppi del progetto BAT potevano trovare sfogo in una produzione su larga scala.
La BAT 9, pur evolvendo gli stilemi dei modelli precedenti, li sfoggia su una linea molto più sobria, basti guardare le pinne posteriori: sulle BAT 5 e BAT 7 erano molto appariscenti e voluminose, qui si riducono a due bandelle di metallo, molto più discrete, che ricordano molto da vicino le "protuberanze" presenti sulle auto Americane dell'epoca. Rimane sempre presente, però, il lunotto diviso in due parti.
Bertone ha abbandonato i tratti più estremi delle due precedenti auto, trasformandoli in tratti più consoni ad un uso stradale della vettura: i fari anteriori sono ora, infatti, posti sui parafanghi e sono sempre visibili. Per la prima volta compare il classico scudetto Alfa Romeo, committente di tutti progetti, che campeggia sul frontale.
Dopo oltre 50 anni la carrozzeria Bertone propone una nuova vettura con forti richiami alle tre sorelle degli anni '50. La Bertone BAT 11 (o Alfa Romeo BAT 11) viene proposta in corrispondenza del Salone Internazionale dell'automobile di Ginevra nel 2008 ed è stata realizzata sulla meccanica della Alfa Romeo 8C Competizione.
fonte: wikipedia
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Jean Ragnotti
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Triumph Speed Triple 500k
Dizionario tecnico: DISTRIBUZIONE DESMODRONICA
In tutti i motori automobilistici le valvole vengono richiamate per mezzo di molle (di norma del tipo ad elica cilindrica, anche se non sono mancati in passato eccellenti esempi di molle a spillo e a barra di torsione e anche se in Formula 1 c'e' chi utilizza molle pneumatiche). Piu' volte in passato sono stati pero' proposti sistemi di chiusura delle valvole di tipo "positivo"), senza elementi elastici di richiamo, ovverosia distribuzioni desmodroniche. L'unica di esse ad essere stata impiegata veramente con successo (le altre non sono praticamente uscite dallo stadio sperimentale o hanno trovato soltanto impiego sporadico) in campo automobilistico i stata quella messa a punto dalla Mercedes Benz e utilizzata sui motori a otto cilindri in linea delle Formula I (di 2500 cm^2) e delle vetture sport (3000 cm^2) del biennio 1954-1955. Lo schema impiegato prevedeva l'impiego di due camme per ogni valvola, dal profilo complementare: quella di apertura agiva so una punteria a pattino mentre quella di richiamo azionava un bilanciere a due bracci (disposto in posizione rovesciata rispetto a quella usuale) che afferrava In stelo della valvola per mezzo di un apposito scodellino. Da numerosi anni a questa parte l'unico costruttore al mondo ad impiegare un sistema desmodromico per il richiamo delle valvole i la Ducati che lo utilizza per tutte le sue moto, sia stradali che da competizione, con eccellente successo. L'impiego di una distribuzione desmodromica se da un lato consente di aprire e di richiudere le valvole con grande rapidita' e di eliminare ogni rischio di sfarfallamento delle valvole stesse in caso di fuorigiri, dall'altro fa aumentare considerevolmente la complessita' costruttiva e determina anche un notevole incremento dei costi di fabbricazione.
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