Visualizzazione post con etichetta niky lauda. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta niky lauda. Mostra tutti i post

mercoledì 15 giugno 2011

Brabham BT 46


La Brabham BT46 (con le sua evoluzione Brabham BT46B e Brabham BT46C) è stata la vettura utilizzata dal team Brabham per il mondiale di Formula 1 del 1978.
La notorietà di tale monoposto deriva dalla versione B, che utilizzava un ventilatore posto sul retrotreno della vettura conferente un carico aerodinamico fuori dal comune e prestazioni eccezionali.
Nel 1978 dominava il mondiale la Lotus 79, una wing-car imprendibile. Bernie Ecclestone, il proprietario della Brabham, incitò il progettista Gordon Murray a trovare una soluzione innovativa per rendere competitiva la propria vettura e contrastare il dominio delle Lotus. Murray, non potendo adottare la stessa soluzione tecnica per l'ingombro laterale caratteristica dell'architettura 12 cilindri boxer del propulsore Alfa Romeo, dovette escogitare un espediente alternativo che consentisse di ottenere gli stessi risultati.
La soluzione fu suggerita da Gary Anderson e David Cox, assistenti di Murray: porre al posteriore una ventola, che creasse artificiosamente una depressione tale da incollare la vettura a terra.
L'idea non era originale: Cox aveva notato una soluzione simile durante un colloquio alla Tyrrell, il cui studio tecnico l'aveva mutuata dalla Chaparral 2J, una monoposto Can-Am del 1970. Tale ventola, però, era stata bandita perché si muoveva grazie a un motorino ausiliario, e dunque era un vietatissimo dispositivo aerodinamico mobile. Gordon Murray studiò a lungo i regolamenti, per adattare la soluzione al comma che recita:
« Se un dispositivo mobile ha un effetto aerodinamico sulla vettura, è regolare a patto che la sua funzione primaria sia diversa. »
Allora la ventola assunse funzione di raffreddamento (per un radiatore posto appositamente sopra al motore), mentre il movimento è spiegato dall'allora capomeccanico Ermanno Cuoghi:
« Il perno della ventola nasceva da un prolungamento dell'albero primario del cambio e la ventola stessa era tenuta da due cuscinetti posti sulla culatta. L'aria veniva aspirata tramite un radiatore dell'acqua e il resto era sigillato con bandelle a 45°. Nella parte anteriore del vano era poi stato sistemato una sorta di cuscino di kevlar aderente al suolo, che con la velocità si gonfiava e garantiva tenuta, amplificando l'effetto sigillo. »
(Ermanno Cuoghi, capomeccanico di Niki Lauda alla Brabham-Alfa Romeo)
La vettura debuttò al Gran Premio di Svezia 1978, ad Andestorp:
« Accendiamo la macchina ai box e accade una cosa inquietante. È tanto il risucchio della ventola, che la Bt46 si abbassa e tocca terra da ferma! [...] Per non farla distruggere nelle spanciate, tanto gratta il suolo, togliamo le molle da 1000 libbre e adottiamo quelle da 3000! »
(Ermanno Cuoghi, capomeccanico di Niki Lauda alla Brabham-Alfa Romeo)
Il dominio fu nettissimo:
« Prima delle qualifiche Gordon Murray viene da me e chiede di far imbarcare il pieno di benzina e gomme di "legno". Ho capito male? Gli chiedo di ripetere. "Voglio il pieno. Siamo troppo forti. Dobbiamo bluffare, andare più piano, sennò ci squalificano". Detto e fatto. Con 210 litri di benzina siamo secondi e terzi in griglia. [...] In gara non c'è storia: Lauda stravince. »
(Ermanno Cuoghi, capomeccanico di Niki Lauda alla Brabham-Alfa Romeo)
Dopo proteste e reclami di fronte alla Federazione Internazionale, prima si giunge all'accordo per altri soli tre Gran Premi concessi alla BT46B, poi l'accordo è annullato e la monoposto è bandita dal Mondiale: solo 1 gara disputata, ma vinta.
fonte: Wikipedia






Mauro Forghieri


Mauro Forghieri (Modena, 13 gennaio 1935) è un ingegnere italiano, progettista di auto di Formula 1.
Mauro Forghieri nasce a Modena, il 13 gennaio 1935, figlio unico di Reclus e Afra Forghieri. Il padre, tornitore, lavora durante gli anni della seconda guerra per le officine meccaniche Ansaldo a Napoli, impegnate nello sforzo bellico. Di ritorno a Modena, dopo la guerra, Reclus inizia a lavorare per la scuderia Ferrari di Maranello.
Nel frattempo Mauro, terminato il Liceo Scientifico, si laurea in Ingegneria meccanica all'Università di Bologna.
Nonostante il suo interesse per le progettazione aeronautica, accetta un'offerta dalle officine Ferrari dove era stato introdotto dal padre, ed entra nella squadra corse dove, a partire dal 1962 riveste il ruolo di Responsabile del Reparto Tecnico per le vetture da corsa.
Promosso al ruolo di Direttore Tecnico del Reparto Corse nel 1970, Forghieri progetta le fortunate vetture serie 312, azionate da un propulsore a 12 cilindri e la serie 126 (con motore turbo). Sotto la sua guida, la Ferrari vince il campionato del mondo piloti 4 volte con John Surtees (1964), Niki Lauda (1975 e 1977) e Jody Scheckter (1979) e otto titoli mondiali costruttori.
Conclusa la sua esperienza in Ferrari nel 1987, Forghieri si unisce, come membro del consiglio di amministrazione e responsabile tecnico, al team di Lamborghini Engineering, un'organizzazione voluta da Lee Iacocca a quel tempo CEO di Chrysler e artefice dell'acquisizione, da parte di quest'ultima, di Lamborghini, storica costruttrice emiliana di "Supercar".
In questa organizzazione - che aveva come direttore sportivo l'ex ferrarista Daniele Audetto - Forghieri progettò un motore aspirato V12 che partecipò al mondiale del 1989 con i colori della scuderia Larrousse (con Philippe Alliot alla guida). A seguito delle performance positive del propulsore, nacque il progetto di costruire un'intera vettura, finanziata dall'uomo d'affari messicano Fernando Gonzalez Luna.
La vettura, la cui carrozzeria fu disegnata da Mario Tolentino, avrebbe dovuto debuttare nel 1991, ma, alla vigilia dell'inaugurazione ufficiale, Luna scomparve - assieme ad una cospicua somma di denaro di sponsorizzazione.
La vettura debuttò ugualmente sotto gli auspici finanziari dell'italiano Carlo Patrucco e sotto i colori del neonato Modena Team. Conclusa l'esperienza - non fortunatissima - del Modena Team, Forghieri lasciò poco dopo anche la Lamborghini, per divenire, nel 1992, direttore tecnico della rinascente Bugatti.











martedì 14 giugno 2011

March F1